Niente da fare. Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono stati condannati a un anno e sei mesi dai giudici della Corte d'Appello di Milano per evasione fiscale. In primo grado i due stilisti erano stati condannati a un anno e otto mesi con pena sospesa. Il pg Gaetano Santamaria Amato, invece, rappresentante dell'accusa nel secondo grado, aveva chiesto la loro assoluzione "perché il fatto non sussiste". Confermato dai giudici anche il risarcimento per danno morale di 500mila euro a favore dell'Agenzia delle Entrate.
Dolce e Gabbana si sono visti così confermate la condanna, scontata di soli due mesi rispetto al primo grado, perché una parte dei reati contestati sono andati prescritti. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro il 20 giugno.
Insieme a loro condannati anche Cristiana Ruella, amministratrice delegata della società, e Alfonso Dolce, fratello dello stilista, entrambi con una pena di un anno e due mesi.
"Sono senza parole, sono allibito e ricorreremo di sicuro in Cassazione", ha detto l'avvocato Massimo Dinoia, legale di Dolce e Gabbana. "Lo stesso pg aveva chiesto l'assoluzione per loro, perché aveva capito, così come aveva capito già il gup nel 2011 che li aveva assolti", ha poi aggiunto l'avvocato con a fianco pure il legale Armando Simbari.
Secondo le indagini dei pm di Milano, Laura Pedio e Gaetano Ruta, e della Gdf, i due nel 2004 avrebbero creato la Gado srl, una società basata in Lussemburgo, per ottenere vantaggi fiscali in relazione alle royalties sui marchi del gruppo.