Lorella Cuccarini non è 'omofoba'

Lorella Cuccarini non è omofoba e non accetta di essere definita tale. La bionda showgirl, la 'più amata dali italiani', icona gay per eccellenza, a fine giugno in un tweet aveva espresso il suo pensiero sui figli per le coppie omosessuali. "Sono favorevole alle unioni civili ma i figli non sono un diritto. E non si comprano. Punto. Chi non è d'accordo rispetti le opinioni altrui", aveva cinguettato. Le parole di Lorella Cuccarini avevano scatenato la polemica: in tanti da quel momento in poi l'hanno insultata e l'hanno definita 'omofoba'. Su tutti, un'altra icona gay, Heather Parisi, l'ha duramente attaccata: "Cara Lorella, tutti hanno diritto di avere un figlio perchè tutti hanno il diritto di amare !!! La tua affermazione sui bambini che "non si comprano" fa tanto il paio con quella sui bambini "sintetici". Ma ci vuole tanto a capire che ogni vita è un inno alla gioia ???? .... Non neghiamo agli altri ciò che noi abbiamo concesso a noi stesse...".

Lorella Cuccarini, dopo una pioggia di insulti per la sua posizione sui figli per le coppie gay, replica: 'Non sono omofoba'

Lorella Cuccarini non si arrende. Non è omofoba e non permette ad alcuno di definirla tale. Sul suo blog risonde alla pioggia di insulti e replica, cercando di chiarire il suo 'credo'.
"Lo so. Usare 140 caratteri per esprimere un pensiero complesso può rivelarsi una scelta poco azzeccata. Ma di fronte ad un attacco violento e gratuito, si può agire d’impulso.
Ho fatto il retweet di una foto della manifestazione a S.Giovanni. Era solo una bella foto di una piazza colorata di persone e famiglie. Nessun simbolo, nessuno slogan.
I commenti che ho ricevuto mi hanno lasciato sbalordita per la violenza e la cattiveria che lasciavano trasparire.
E così, dopo poco scrivo un tweet. Questo: “Io sono favorevole alle unioni civili ma i figli non sono un diritto. E non si comprano. Punto. Chi non è d’accordo rispetti le opinioni altrui”.E nuovamente una pioggia di insulti"
, scrive Lorella Cuccarini.

La showgirl 49enne era stata duramente attaccata anche da Heather Parisi

"Cari amici, io non ho mai nascosto la mia opinione su questo tema: per me un bambino non è l’oggetto di nessun “diritto alla riproduzione” dei genitori ma è piuttosto una piccola persona che ha bisogno che vengano riconosciuti e tutelati proprio i suoi di diritti! E tra i possibili soggetti da tutelare io non ho dubbi: prima di tutto il bambino - continua la 49enne - Capisco che non per tutti questa affermazione appaia scontata e magari non saremo d’accordo, ma quando dico che i bambini non si comprano mi riferisco ad una realtà devastante ed inaccettabile che per me che riguarda allo stesso modo coppie etero o coppie gay, che a questo tipo di mercato fanno ricorso. E su questo punto tutto si potrà dire tranne che la mia sia una posizione omofoba o discriminatoria per chiunque". Non è omofoba.

...Tutta colpa di un suo tweet del 20 giugno scorso

Poi Lorella affonda: "Ma davvero volete continuare a gridare all’untore e tacciare di omofobia chi non è d’accordo con voi? Volete ancora riesumare gli spauracchi di boicottaggi, come negli anni ’60? E contro chi? Io non sono (e credo non sarò mai) una multinazionale. Grazie davvero ma mi sopravvalutate.
Io non rappresento nessuno oltre me stessa. E ci metto un nome e una faccia. Fate lo stesso anche voi. Nomi veri, facce vere e la responsabilità di ciò che si dice. Niente nickname dietro i quali può esserci di tutto: uno, nessuno o centomila (poco probabile). Da venti anni, faccio tutto ciò che è nelle mie possibilità per combattere le discriminazioni. Ne esistono moltissime, di ogni tipo. Ma certamente quella sessuale è una delle più odiose e può provocare grande sofferenza. Per questo motivo posso comprendere (non certo approvare) certi toni al limite, ma solo fino a un certo punto. L’insulto dell’omofoba no, quello non lo merito e non sono disposta da accettarlo. Riserviamo questo insulto agli omofobi veri e non a chi la pensa diversamente.
Per i violenti impulsivi un invito: calmatevi!
Per i violenti irriducibili invece una comunicazione di servizio: è possibile individuare e perseguire le persone che si nascondono dietro un nickname commettendo reati.
Ma io sono ottimista di natura e credo che non sarà necessario"
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