Vladimir Luxuria: 'Felice di essere tornata in Italia'

Non sta nella pelle. Vladimir Luxuria, toccato il suolo della sua nazione, ha tirato un sospiro di sollievo. Tutta colpa del suo soggiorno movimentato a Sochi (per leggere l'articolo clicca qui), in Russia, dove ha subito due fermi della polizia. Poi c'è stato l'espatrio e un volo di quindici ore per ritornare a casa. L'ex parlamentare martedì mattina ha preso l'aereo, davanti ad alcuni uomini dell'Unità di crisi della Farnesina. "Ho baciato per terra. Non sono mai stata così felice di tornare in Italia", ha confessato a Vanity Fair.

Era arrivata della città dei giochi olimpici invernali per dimostrare, insieme alle iene Pio e Amedeo, tutto il suo disappunto per le leggi omofobe approvate da Putin e realizzare un servizio con le sue provocazioni (per leggere l'articolo clicca qui). I colori della sua bandiera rainbow come pure degli abiti, però, erano subito stati notati: "Già dai primi giorni i poliziotti ci tenevano d'occhio". Ed è arrivato il primo fermo. Vladimir aveva la bandiera con la scritta "Gay è ok" sulle spalle: "Esco dall'hotel a piedi e mi dirigo verso il locale. La strada è poco trafficata. Due uomini all'angolo si avvicinano e mi fanno cenno di consegnargli la bandiera. Io mi rifiuto e nasce un piccolo momento di contesa. Solo dopo ripetute proteste, uno mi fa vedere una scheda scritta in russo. Deduco che sono poliziotti e mi arrendo. Mi caricano su una macchina. Durante il tragitto mando di nascosto un sms. Rimango in una stanza, piantonata da un agente. Chiedo il perché del fermo, ma nessuno mi risponde. Dopo tre ore arriva un funzionario russo che parla inglese, gentilissimo".

Luxuria si sente rassicurata: "Mi dice che sono benvenuta a Sochi, ma che non posso esporre scritte o organizzare manifestazioni. Mi spiega che per questa volta mi lasciano andare, ma la prossima volta non saranno così teneri". Arriva il rilascio, ma lei non si arrende: "E mi convinco che è mio dovere continuare a protestare. Non posso esibire cartelli, ma posso esibire la mia voce". Il giorno dopo, lunedì, va a prendere i pass per la finale di hockey femminile: "Ci vado assieme a Pio e Amedeo, dopo che l'operatore delle Iene è tornato in Italia per salvaguardare il materiale girato. Andiamo all'Olimpic Park. Supero il primo tornello. Vedono che mi tengono d'occhio. Un funzionario che mi sta controllando apre il taccuino davanti a me. Sopra c'è scritto il mio nome. Inizio a gridare davanti ai giornalisti: "Gay è ok"".
"Una decina di poliziotti mi strattonano e mi spingono fuori dallo stadio - continua Vladimir - Urlo che ho il biglietto, ma ovviamente non serve a niente. Mi caricano su un'auto nera. Vedo che dei loro colleghi caricano Pio e Amedeo su un'altra macchina. Ovviamente nessuno parlava inglese. Mi fanno sedere dietro, stretta tra due agenti, e mi dicono di spegnere il cellulare. Quindi mettono in moto e partiamo. Dopo 10 minuti di viaggio l'agente seduto sul lato del passeggero riceve una telefonata. Mi guarda. Sembra contrariato. Mette giù e chiede all'autista di fermare l'auto. Mi strappano il pass e con uno spintone mi fanno scendere, lasciandomi in mezzo al nulla. Dietro di me vedo Pio e Amedeo, anche loro fatti scendere dall'auto. Contattiamo il console che ci fa venire a prendere dai suoi ragazzi. Ci confida che quei poliziotti avevano ricevuto l'ordine di arrestarci. E' stato lui a trattare con il capo della polizia per farci rilasciare. Poi ci "ordina" simpaticamente di sparire. L'abbiamo fatto al volo la mattina dopo. In Russia ormai siamo "persone non gradite"".

Luxuria ha avuto il sostegno di tanti qui in Italia e non solo. Sui social in moltissimi si sono schierati dalla sua parte, anche se c'è qualcuno che l'ha accusata di aver semplicemente provocato solo per pubblicità: "Che posso dire: grazie per il complimento".