Adriano Galliani, addio al Milan

Dopo 27 anni, dice addio al Milan. E' stanco dei gossip, stanchissimo per le divergenze di opinioni con Barbara Berlusconi, che da quando è arrivata ai vertici della squadra ha sempre voluto farlo fuori, nonostante la lunga amicizia e l'infinito rapporto di stima che lo lega al padre Silvio. Adriano Galliani lascia e non senza polemiche o rancori. La ferita è insanabile e neppure la vittoria di Glasgow in Champions League è servita a sedare gli animi.
"Lascio, con o senza accordo sulla buonuscita - ha spiegato l'ad rossonero all'Ansa - Sono offeso, non è così che si opera il ricambio generazionale, lo si fa con eleganza. Mi dimetto per giusta causa nei prossimi giorni, forse aspetto la sfida di Champions con l'Ajax (prevista l'11 dicembre, ndr). Comunque non mi faccio rosolare".

I dissapori con la primogenita di Veronica Lario sono venuti fuori quando la bionda ha messo in discussione il modo di gestire il Milan. Per lei il club ultimamente ha speso tanto e male. Il Cavaliere sperava di poter andare avanti con Adriano almeno fino a fine stagione, ma già ieri sera hanno cominciato a circolare i primi rumors sulle dimissioni di Galliani che serebbero arrivate tra una decina di giorni. "Ho subito un grave danno d'immagine", ha sottolineato. Non si sa se per lui arriverà un futuro in politica, non è entusiasta all'idea. "Il mio affetto per il presidente Berlusconi è immutato e immutabile - ha chiarito Galliani, precisando di avere comunicato l'intenzione di dimettersi a Ermolli, "grand commiss" di Berlusconi - Bruno è la persona deputata a questa vicenda. Non ho voluto disturbare il presidente".
E ha aggiunto: "Dimettermi prima della partita con l'Ajax sembrerebbe un atto ostile verso la squadra per cui tiferò tutta la vita. Si è detto che il Milan spende male e non ha una rete di osservatori come Roma e Fiorentina, ma la Roma negli ultimi 5 anni è andata in Champions una volta e la Fiorentina mai. Il Milan ha da due anni il bilancio in pareggio, altre società hanno montagne di debiti. L'anno scorso tutte le nostre squadre giovanili sono andate alle Final Four". Ha poi concluso: "Mi chiamano grandi presidenti anche dall'estero, e non capiscono cosa stia succedendo. Io sono andato a Madrid quest'estate per prendere Kakà senza un appuntamento e mi hanno aperto gli uffici del Real. Quando sono andato, nell'agosto 2010, a prendere Ibrahimovic a Barcellona, il presidente Rosell è tornato apposta dalle ferie che aveva programmato con la sua famiglia". D'ora in poi sarà Barbara, però, a tenere in mano le redini. Alla fine ha vinto lei.