“Sole a Catinelle” sta sbancando il botteghino, ha superato i 35 milioni di euro d’incassi. Checco Zalone ha calcato il red carpet del Festival Internazionale del Film accolto dal grido: “Zalone, Zalone, prestaci un milione”. Il comico, ha rilasciato una lunga intervista nella Sala Petrassi, sul palco era insieme a Marco Giusti: “Non voglio andare da Vespa o da Santoro mi sono stufato della troppa visibilità. Mi dà fastidio anche vedermi allo specchio al mattino. Mi dico: anche qui”, ha detto ironico. “Ho già subito un'umiliazione, sono uscite tutte queste ragazze con i cartelli: Hunger, Hunger, pensavo fosse il mio soprannome, invece aspettavano questa Jennifer Lawrence”, ha poi scherzato.
Ha parlato anche dei critici: “Mi hanno detto che non faccio cinema ma i cinema sono pieni - ha dichiarato - Forse i soldi che incassano i miei film non verranno reinvestiti tutti nel cinema, ma c'è anche l'indotto e se la pizzeria vicino al cinema fa affari vuol dire che i miei film fanno bene alle pizzerie. E poi anche la pirateria ci guadagna”. “Una volta, si legge nelle critiche, avevamo Pasolini oggi invece abbiamo solo Zalone - ha proseguito il comico - E detto questo si asciugano la kefiah. Mio fratello era nato anticomunista, ma non aveva argomentazioni forti per questo, gli faceva solo schifo il modo di ballare di quelli di sinistra un po' come accade con il mio personaggio nel film. Non farei film d'autore, quelli a cui il Mereghetti darebbe quattro stelle e poi non incassa un c..... . Sono un attore ed è meglio che non esca dalla maschera. Faccio questo per pietà della platea”. “Il più grande comico? Beppe Grillo. Anzi, no: Sordi è stato il più grande comico di tutti. Un comico inarrivabile. Una spanna sopra tutti gli altri. Se penso di guardare a qualcuno guardo a lui”, ha rivelato Checco e poi ha fatto una battuta rivolta ai radical chic: “Mi sono comprato le Clarks per fare l'intervista al Fatto Quotidiano”. “Sono stato invitato al Festival di Sanremo quando c'era Povia che portava la sua canzone sull'omosessualità. Anche io avevo proposto una mia canzone che si chiamava Frociadil 600 forte, un farmaco che faceva passare l'omosessualità”, ha concluso l’esilarante Zalone.