Giuliano Sangiorgi dei Negramaro: 'Se Lele Spedicato non si fosse risvegliato avrei smesso di cantare’

Giuliano Sangiorgi è felice che Lele Spedicato, storico chitarrista dei Negramaro e suo amico carissimo, sia in fase di ripresa dopo l’ictus che lo ha colpito lo scorso settembre. A Vanity Fair l’artista confessa: “Se non si fosse risvegliato, avrei smesso di cantare”.

La ripresa di Lele Spedicato fondamentale per Giuliano Sangiorgi dei Negramaro: i due sulla cover di Vanity Fair

Giuliano Sangiorgi e Lele Spedicato posano insieme sulla cover del giornale, che dedica uno speciale ai Negramaro. Al settimanale il leader della band salentina dice: “Se Lele non fosse tornato dal buio avrei smesso di cantare, perché tutto è nato quando lui era solo un ragazzo e aveva negli occhi una luce, una fame e una voglia che non ho più rivisto in nessun altro. Senza Lele non avrei più continuato a stare su un palco, semplicemente perché una storia come la nostra, in Italia, non esiste”.

Se Lele Spedicato non si fosse svegliato, Giuliano Sangiorgi avrebbe smesso di cantare. La storia dei Negramaro probabilmente si sarebbe interrotta. L’artista 40enne, da poco padre di Stella, nata lo scorso novembre, quando l’amico è stato vittima dell’ictus, voleva annullare in tour della band, in partenza il 14 febbraio a Rimini.

"Io avrei voluto annullare il tour, ma per fortuna non l’abbiamo fatto - racconta Giuliano -  Perché Andro (Andrea Mariano, tastierista, ndr) ha detto: ‘Non cancelliamo il tour, a Lele bisogna dare una botta di vita. Se torna e si sveglia, deve avere la possibilità di crederci’. Era certo che, se Lele avesse saputo della cancellazione, si sarebbe accasciato su se stesso e la ripresa avrebbe avuto un decorso lunghissimo. Aveva ragione. Il tour alla fine lo abbiamo solo rimandato e Lele si è dimostrato un leone. Ha compiuto un miracolo. Ha abbracciato suo figlio (Ianko, venuto al mondo a metà novembre dalla moglie Clio, ndr). Ha creduto nel sogno”.