Il Gladiatore torna a Roma ma senza la moglie

In gessato blu scuro e camicia lilla chiaro, Russel Crowe entra nella sala stracolma e saluta sorridente. Non accenna neanche un abbozzo di scusa per il ritardo di un’ora e un quarto, eppure alla fine della conferenza gli stessi giornalisti inferociti che prima lo avrebbero volentieri malmenato lo applaudono sinceramente. Merito del suo carisma e della sua intelligenza, che ne hanno fatto un idolo delle platee non solo femminili. Assente la moglie, l'attrice Danielle Spencer (“Qualcosa è cambiato”) che a gennaio lo renderà per la prima volta padre di un maschietto, perché come spiega l’attore: “E’ andata in Inghilterra a trovare il nonno che è gravemente malato”.

Crowe è a Roma per presentare “Master and Commander - Sfida ai confini del mare", opera ultima del maniacale regista australiano Peter Weir (“Picnic ad Hanging Rock”, “L'attimo fuggente”, “Witness” e “The Truman Show“). Nella pellicola l’attore interpreta il ruolo del capitano Jack Aubrey detto “Lucky Jack” (Jack il fortunato): “Un lupo di mare dalle mani callose e il cuore tenero” come descrive lui stesso. “Un eroe d'altri tempi - prosegue Crowe - come Paolo Borsellino: un uomo straordinario che ha affrontato con coraggio e determinazione una realtà difficile e non ha esitato a sacrificare la propria vita in nome della comunità e della Patria". Anche se si dovesse trattare di una trovata pubblicitaria il riferimento al giudice italiano, ucciso dalla mafia nel tristemente famoso attentato di Via D'Amelio, suscita il suo effetto. E a chi sbigottito lo interroga sul come mai conosca Borsellino risponde pacioso: “Ho una forte curiosità intellettuale”.

Liberamente tratto dai romanzi storici di Patrick O'Brian il film, un kolossal da 150 milioni di dollari, è ambientato ai primi dell’800 durante le guerre napoleoniche e narra la storia del capitano, del vascello della Reale Marina Britannica “Surprise”, Jack Aubrey incaricato di catturare la nave francese “Acheron”. Ma non sono né le battaglie a suon di cannoni né le tremende tempeste al centro del film, ma piuttosto la vita sulla nave e il burrascoso e sincero rapporto tra Jack e Stephen il medico di bordo, interpretato dal bravissimo Paul Bettany (recitò nel ruolo dell'amico immaginario di John Nash in “A Beatiful Mind”). "Tornare a lavorare con Paul è stato bello - spiega Crowe - io stesso l’ho suggerito a Peter per la parte, ma la scelta finale è spettata a lui e non se ne è pentito."

Al giornalista che gli chiede quale personaggi gli assomigli di più tra quelli finora interpretati risponde: “Non sono nessuno dei miei personaggi e al contempo sono un po’ tutti”. In effetti non ha faticato a svestire i panni del matematico schizofrenico per indossare quelli dell’ufficiale violinista, e c’è chi già sente odore di Oscar. Nel futuro prossimo per Crowe arriverà oltre al figlio, che come un comune genitore ha ammesso di aspettare con ansia e con il quale ha promesso che non sarà un comandante, “The Long Green Shore”. Il lungometraggio che narrerà le vicende di un battaglione australiano inviato in Nuova Guinea per combattere i giapponesi e che segnerà il tanto agognato debutto alla regia dell’attore. “Ci sto lavorando dal 1998 - ha messo in risalto Crowe -, perché voglio realizzare un buon prodotto. La sceneggiatura per il momento è di 180 pagine circa, quando sarà ridotta a 120 sarò pronto a girare”. A breve inoltre sarà accanto a Renée Zellweger sul set di “Cinderella Man” l’ultimo film di Ron Howard dove impersonerà Jim Braddock, un boxer dell’epoca della grande depressione economica.

Distribuito dalla Buena Vista in un ancora imprecisato ma considerevole numero di copie “Master and Commander” (nelle sale dal 19 dicembre) unisce vecchie e nuove tecnologie in unicum che lo stesso Crowe non ha esitato a definire un “grande pezzo di cinema”.

Foto: E. Rossi © Gossip.it