Jacobs contro Fedez: ''Doveva curare la mia immagine, ma non gliene fregava niente. Io a Tokyo e loro al mare''. Il rapper gli fa causa

  • Il campione olimpico delusissimo per la collaborazione avuta con la società del 33enne
  • Il 28enne è già passato a un’altra società con sede a Londra, ma l’artista lo porta in tribunale

Marcell Jacobs, campione olimpico a Tokyo nei 100 metri, vincitore dell’oro anche nella staffetta, un anno fa ha messo fine alla sua collaborazione con la Doom, agenzia di promozione che appartiene a Fedez. La società, gestita dalla madre del 33enne, Annamaria Berrinzaghi, non ha preso bene la sua decisione e ha fatto causa al 28enne, portandolo in tribunale: deciderà il giudice. Lo sportivo, però, sulle pagine de La Stampa dice la sua sulla questione e va contro il marito di Chiara Ferragni e l’azienda: Dovevamo curare la mia immagine, ma non gliene fregava niente. Io a Tokyo e loro al mare”.

Jacobs contro Fedez: ''Doveva curare la mia immagine, ma non gliene fregava niente. Io a Tokyo e loro al mare''. Il rapper gli fa causa

“Non pensavo fosse difficile rappresentarmi. Nel 2018 mi sono affidato alla società di Fedez, mi aspettavo che stare vicino a lui desse visibilità, ma lì non hanno mai sviluppato un progetto. Me li aspettavo pronti al risultato invece ho vinto a Tokyo e mi hanno scritto 24 ore dopo. Erano al mare e non gliene fregava niente”, racconta Jacobs. Prima di allora era la madre a gestire la sua immagine.

L’atleta aggiunge: “Per contrasto, quando mi sono trovato davanti a persone che promettevano soldi e numeri mi sono affidato. In qualche mese ho realizzato che mi raccontavano come non sono. C'era poca trasparenza. E poi sottolinea: “Le batoste servono, nella vita le mazzate sono necessarie, sempre, a più riprese. Quando tutto sembra facile non ti godi nulla e nel momento in cui cadi ti fai male, se prendi botte eviti di rifare lo stesso errore”.

Il campione olimpico delusissimo per la collaborazione avuta con la società del 33enne, la Doom

Marcelle ora ha deciso di farsi gestire da una società con sede a Londra: “Tutti sapevamo che mia madre non poteva essere la persona che chiudeva i contratti, ma mi serviva risistemare l’assetto con persone fidate al cento per cento. Questa società non mi ha promesso numeri, mi ha dato una visione internazionale. Con loro si parla di collaborazioni a lungo termine, per il post atletica”.