Luca Barbarossa risponde a Eros Ramazzotti. La Partita del Cuore giocata allo Juventus Stadium tra la Nazionale Cantanti e la formazione dei Campioni per beneficenza ha lasciato parecchi strascichi polemici pure fuori dal campo. Ieri Eros Ramazzotti sul social, senza mai nominare Luca Barbarossa, presidente della Nazionale Cantanti, ha usato parole dure contro il collega. "Quando una persona in un campo di calcio in una partita benefica ti dice: "Se mi ritocchi ti ammazzo qui davanti a tutti", tu che fai? Prendi e te ne vai???. Io non ho fatto altro che andare di fronte a lui dicendogli di uccidermi, né più e né meno. Io sono buono ma le ingiustizie e le minacce non le accetto. La sua reazione poteva e doveva essere molto più pacata e intelligente. Comunque la vita va avanti, ringrazio tutti quelli che ogni giorno fanno qualcosa per qualcuno che ne ha bisogno, senza fare i fenomeni e i giocolieri saltimbanchi, prendendo per il c*lo gli altri, ma impegnandosi veramente con il cuore", ha scritto.
Immediata è arrivata la risposta del cantautore, intervistato sul 'fattaccio' dalla Gazzetta dello Sport. “Abbiamo litigato, ma per me è finita lì, sul campo. Io non ho Instagram. Ieri mattina gli ho inviato un sms sottolineando che per me non ci sono strascichi. Per me Eros è come un fratello più piccolo, gli voglio bene, non mi aspettavo una reazione del genere”, ha spiegato Luca Barbarossa.
Hanno litigato, è vero. Ora è facile ripercorrere i fatti a mente fredda: “Dopo il tunnel di Moreno, Nedved l’ha falciato. Un brutto fallo, abbiamo avuto paura, pensavamo a un brutto infortunio. Moreno ha ematomi all’anca, alle gambe e l’unghia del pollice si è spezzata. Io non credo che un professionista possa fare una cosa del genere, tra l’altro a un ragazzo che fa il rapper, alto un metro e sessanta, che ha avuto il torto di fargli un tunnel. Ho applaudito ironicamente Nedved, Eros è corso verso di me e mi è venuto addosso. Io mi sono incazzato. Nessuno può mettere le mani addosso a nessuno, neanche se ti chiami Eros Ramazzotti, perdipiù alla Partita del Cuore. Il divismo lasciamolo da parte”.
Luca Barbarossa non ricorda le parole esatte usate durante il diverbio. Hanno litigato, ma non sa cosa ha detto: “Io non ricordo le parole esatte che gli ho detto, certamente non le pensavo. E’ come se un bambino combina un guaio e la mamma gli dice “se lo fai un’altra volta t’ammazzo di botte”. In quel momento eravamo alterati, eravamo come due ragazzini che bisticciano, ma una volta terminata la partita per me lo “scazzo” era già alle spalle. E anche per Eros, visto che lo aveva detto su Rai 1. Per questo non capisco lo sfogo del giorno dopo su Instagram”.
Luca Barbarossa quello sfogo di Eros Ramazzotti sul network dopo aver litigato con lui se lo spiega solo in un modo: “Forse Eros era rimasto ferito dai fischi. Il pubblico l’ha visto quando si è catapultato verso di me e ha cominciato a fischiarlo. Mi spiace, io ed Eros ci conosciamo dal Festival di Castrocaro del 1981, abbiamo sempre giocato insieme nella Nazionale Cantanti, questa volta ha voluto vestire la maglia dei suoi idoli e ci siamo ritrovati in squadre avversarie. Dopo tutto quello che è successo il cattivo sarei io, mi sembra esagerato. Per quattro mesi ho lavorato per la Partita del Cuore, non vorrei che fosse ricordata soltanto per questo episodio”.
Sulla pagina Facebook in un post l'artista poi chiarisce ulteriormente: "Ho appena sentito Eros e abbiamo fatto pace!!! Ci siamo chiariti in un attimo come si fa tra persone civili, visto che per 30 secondi ci si è annebbiato il cervello. Eros è sempre stato un fratello per me, ci conosciamo da Castrocaro del 1981. Ci siamo sempre voluti bene e mandati a quel paese quando uno dei due sbagliava un passaggio o non passava affatto. Tutto mi sarei aspettato nella vita meno che litigare per Nedved. La Partita del Cuore ha raccolto quasi due milioni, dicevamo con Eros che se ogni volta che litighiamo portiamo nelle casse della ricerca due milioni di euro allora litigheremo più spesso. Basta con i pettegolezzi da social".