La metamorfosi di Noemi, sexy e magra: ecco come ha fatto

Noemi parla della sua metamorfosi. La cantante 39enne, all’anagrafe Veronica Scopelliti, sexy e magra, a Vanity Fair, che le regala la cover del giornale, racconta la sua incredibile trasformazione fisica partita dalla testa. “L’ho fatto perché in quell’altro corpo non mi sentivo più io. Ho difeso il sogno che avevo di me”, spiega.

La metamorfosi di Noemi, sexy e magra: ecco come ho fatto

E’ una donna nuova, Noemi ha voluto che anche il suo album si intitolasse Metamorfosi. A Sanremo 2021 porta uno dei brani, Glicine. Felice di essere cambiata, ha rotto il filo con il passato. “Mi sono persa: buio, anestesia emotiva, non provavo più alcuna passione per me stessa. Anche la musica, perfino la musica che sempre mi aveva dato conforto, non sapevo più dove andarla a cercare, come farmi trovare. Più perdevo il controllo della mia vita, più mi sfuggiva anche il mio corpo. Ho toccato il fondo”, svela.

 

Tutto è accaduto durante la pandemia e il primo lockdown. “Io non sono una che ha mai voluto cambiarsi i connotati. Mi sono sempre accettata con i miei difetti. Ma a un certo punto quello che ero diventata fuori non mi rappresentava più. Mi guardavo e pensavo: ‘Tu non sei questa’. Dovevo fare ordine, e ora che c’è è tutto nuovo, come se avessi ricominciato, come se fossi nel mio giardino inesplorato e ogni filo d’erba è stupore che mi godo”, confida l’artista.

Noemi ha scoperto un nuovo sguardo sul suo corpo trasformato, una sensualità di cui prima aveva forse paura: “Per una che a 13 anni faceva il bagno al mare con la maglietta è tanta roba capire che si può essere accoglienti anche da molto magre, e leggere anche se la bilancia segna un peso alto”. “Non si dimagrisce perché la società ci vuole magri, ma perché tu lo vuoi. Io l’ho fatto perché in quell’altro corpo non mi sentivo più io. Così ho difeso il sogno che avevo di me. Ho imparato a non avere paura dell’onestà di chiedersi: ‘Chi sono?’ e avvicinarsi a quello che si crede di volere. A volte ci disinneschiamo da soli”, spiega la rossa.

Nel suo 'vecchio' corpo non si sentiva più lei

Le reazioni sono state di stupore: “Non sembri tu!”. “Trasformazione incredibile”. “Sei irriconoscibile”. “Ma come hai fatto?”.

Noemi è riuscita a crearsi un nuovo ‘involucro’ decidendo con fermezza cosa riteneva meglio per lei e poi affidandosi a degli esperti: “Mi sono affidata. Messa in discussione. E sono ripartita da zero. Nella mia testa, ho ‘girato’ il punto di vista e mi sono fatta accompagnare in uno stile di vita sano. Ho rivalutato il rapporto con il cibo e con le mie forme assieme alla mia nutrizionista, la dottoressa Monica Germani, una seria che mi ha seguita a 360° e non mi ha messo addosso il trip della dieta, ma in pace con i pasti, e pure gli sgarri. È così che ho capito l’importanza del movimento e ho iniziato ad allenarmi con un personal trainer, Carlo, che mi ha fatto amare il metodo Tabata, un sistema misto ad alta intensità e riposo. Il regalo più grande che puoi farti nel bisogno è lasciarti aiutare”.

La cantante si è fatta aiutare da una nutrizionista e un personal trainer che le ha fatto amare il metodo Tabata

Non è stato facile, ma ce l’ha fatta: “L’esordio è stato duro. Amo mangiare. Ero la classica tipa da hamburgerone a mezzanotte. Poi, man mano che entri in quel regime e nei vestiti in cui ti piace, e ti senti in ordine, la sciatteria, anche alimentare, la fuggi. Per una che apriva l’armadio e si buttava addosso una felpa, una tuta, quello che capitava a tiro è una soddisfazione pazzesca scegliere invece che cosa vuoi indosso davvero. Quando ti scopri, non ti accontenti più”.

Il marito, Gabriele Greco, le è stato accanto: “Gabriele mi ha sempre tenuta per mano. Anche nei periodi più spaventosi di un tempo, quando avevo gli attacchi di panico. Anche quando sono diventata così lontana da come mi aveva conosciuta. E’ stato la mia forza quando mollavo, e mi diceva: ‘Stasera non ho tanta fame’.? ‘Circuito in salone?’”.

L'artista ora sta bene e non rimpiange i tanti chili persi

Ora Noemi è pronta anche per un figlio: “Centrarsi fa anche rispondere ‘sì’ più veri. Ma per ‘mettere al mondo una vita’, cosa incredibile solo a dirla, bisogna prima sistemarsi dentro la propria. Ora che è così, se ci penso mi dico: ‘Potrebbe essere molto bello’. E magari il corpo ora risponde. E se invece non risponde, credo nei prodigi della tecnica: non avrei alcun problema a ricorrere alla procreazione assistita”.