La moglie di Max Pezzali parla del suo amore tossico, ormai fortunatamente archiviato. “Il mio ex mi picchiava e mi tradiva”, confessa Debora Pelamatti nella lunga intervista rilasciata a Selvaggia Lucarelli per Domani. “Mio marito è stato la mia cura”, sottolinea la 46enne, andata a nozze con l’artista 54enne nel 2019. In precedenza Max è stato sposato con Martina Marinucci con cui è stato insieme dal 2005 al 2013. Dalla loro unione è nato Hilo, nel 2008. Poi il divorzio.
E’ stata vittima di una dipendenza affettiva. “Tradita. Picchiata. Umiliata. Nel frattempo Max era il mio migliore amico, e poi è diventato la cura”, racconta Debora, laureata in legge a Pavia. Quest’uomo a cui aveva dato fiducia l’ha conosciuto su Facebook, sosteneva di averla vista in un bar di Pavia e si complimentava con lei. Colpita da gesti eclatanti pur di conquistarla, ha deciso di fidarsi, nonostante in molti le dicessero di no.
La Pelamatti ha scoperto le sue scappatelle, ha creduto alle sue parole. “Mi chiama un avvocato di Brescia con cui avevo sporadici contatti lavorativi e mi spiattella che il mio fidanzato ha da anni una relazione con la sua compagna. Ancora una volta chiedo spiegazioni al mio fidanzato e lui mi dice che la gente è cattiva, che ci vuole allontanare perché noi siamo i protagonisti di una storia d’amore bellissima. E io gli credo”, spiega. Quando decideva di dire basta, lui si prodigava nuovamente in gesti romantici e lei cedeva.
“Ti faccio un esempio emblematico. Una sera andiamo a cena in un noto ristorante di sushi a Milano e arrivano Matteo Viviani con la sua bellissima moglie e un bimbo nella carrozzina. Si siedono accanto a noi, ci diciamo buonasera. Fine. Io a metà cena vado in bagno, torno, e lui: ‘La serata finisce qui!’. Non capisco. In macchina urla, accelera, mi accusa: ‘Tu e Viviani vi siete guardati tutta la sera, lui è andato in bagno quando sei andata tu!’. Si era inventato questa cosa per lasciarmi qualche giorno e andare con altre”, racconta.
Tutto precipita a Miami. Debora aveva notato che il compagno andava in bagno con due cellulari, così ha sbirciato sui telefoni e scoperto le altre relazioni che affollavano la sua vita. “Scopro che aveva scritto a venti donne lo stesso messaggio: ‘Mi manchi, non vedo l’ora di fare l’amore come l’ultima volta’. Eravamo insieme da 5 anni, era l’ennesima mortificazione. Lo affronto, lui mi prende la testa e inizia a sbattermela contro l’asse del water: ‘Stron*a, io stavo giocando!’. Scappo dalla stanza, mi rifugio in quella degli amici, vado avanti a Xanax per due giorni”, rivela.
“Ero un cadavere, non riuscivo più a mangiare a dormire”. Lui l'ha picchiata ancora: “Mi prende a calci e come ulteriore sfregio mi versa una bottiglietta d’acqua addosso. Chiamo Max (Pezzali, ndr), lui viene subito ma abbiamo paura che andando al pronto soccorso insieme il giorno dopo i giornali scrivano tutto. Ho un orecchio tumefatto e mi gira la testa, chiamiamo un’amica che mi porta in ospedale”.
Quando una delle amanti dell’ex ha suonato al citofono, l’uomo ha picchiato anche lei. “A quel punto il mio ex le sbatte la testa contro il muro e sai io cosa penso? Che siccome la picchiava come picchiava me, la amava come amava me. Avevo un pensiero malato”, confida Debora.
Max Pezzali era suo amico da anni: “Mi confessa di essersi innamorato di me ma di non essere disposto ad assistere a quello scempio che stavo facendo della mia vita, dice che non mi riconosce più e non vuole soffrire, che non mi avrebbe più risposto”. Il cantante dopo la dichiarazione scompare per tre giorni. La Pelamatti la notte della Befana lo raggiunge: “Gli dico che lo amo”. L’artista pensa sia ubriaca, la fa dormire nella camera degli ospiti. Il giorno dopo Debora glielo ripete e finalmente si baciano.
“E non ci lasciamo più, dal quel 6 gennaio del 2013, prendendoci cura l’uno dell’altra. L'altro mi mandava messaggi furibondi dicendo che Max era solo un ciccione tatuato, che non era l’uomo per me, ma non contava più nulla. Max non è stato una ruota di scorta, è stato fin da subito l’amore sano, l’amore pulito. E anche la cura”, conclude.