- Il critico d’arte 70enne ha litigato con Evelina, 22 anni, perché ha detto di no
- Lei non ha voluto accettare di partecipare al reality, lui si è infuriato
Vittorio Sgarbi è infuriato con la figlia Evelina. Il critico d’arte rivela quanto era stato offerto alla 22enne per fare il Grande Fratello Vip. Nonostante la cifra esorbitante, la ragazza ha rifiutato, ha detto di no. Al Corriere della Sera il critico d’arte 70enne confessa: “A lei avevano offerto 100 mila euro, che ci sputi sopra?”.
Evelina non ha accettato “perché nella casa si fanno troppi pettegolezzi e comunque mi chiamano soltanto perché sei mio padre”. Sgarbi sbotta: “Roba da matti, Alfonso Signorini e Irene Ghergo l’hanno cercata e ricercata e lei non rispondeva nemmeno al telefono, si è data alla nebbia, così quelli poi venivano da me. Tutti le dicono che è stata brava, eroica, un genio, una virtuosa, per aver resistito alla tentazione. E invece no, si è comportata da str..., ecco cosa, furba per sé e dannosa per gli altri. Su questa storia abbiamo litigato e non ci siamo parlati per mesi. Poi è ricomparsa tutta affettuosa, ve lo dico io perché... per la borsa”.
La secondogenita di Vittorio, padre anche di Carlo, il maggiore, e Alba, la più piccola, avuti da madri diverse, non si è presentata per ben quattro volte ai provini del GF Vip. “Temeva la pubblicità negativa, le chiacchiere, non le sembrava un programma degno di lei. Balle, se una ha un carattere forte sa come difendersi, anche in un ambiente degradato, altrimenti significa che non ha una gran considerazione di sé. Tanto poi di quello che succede in tv, delle liti, delle figuracce, la gente si dimentica in fretta. Quando nel 1991 mi scritturarono per Il Gioco dei Nove, mi pagavano cinque milioni di lire per fare il fesso. Ovviamente ho accettato e ho fatto bene. A lei avevano offerto 100 mila euro, che ci sputi sopra?”, tuona Sgarbi.
“Quando guadagni dei soldi, è sempre moralmente giusto. Per una come lei che frequenta l’ambiente della moda, anche sfiorare il mondo dello spettacolo le avrebbe fatto comodo, si faceva conoscere. Si pagava i conti. E non veniva a mettere in croce me per farsi comprare una borsa di Dior da duemila e 800 euro - spiega ancora il critico - Con quel cachet avrebbe potuto permettersela, non pretenderla da me. Ha buttato via un’opportunità perché la considerava dannosa per la sua immagine, resta pur sempre una forma di spreco. Bah, alla fine le ho pure presentato il Ceo di Dior che è mio amico, e la borsa è arrivata”.