Argento: 'Non amo le carte, eppure 'gioco' con i serial killer ossessionati dal poker'

Roma, 29 dicembre 2003. Cinema Fiamma, ore 12,00

"Sono molto contento dei miei attori. Un cast giovane formato da veri talenti. Per la prima volta ho lavorato a stretto contatto con loro, parlando tantissimo del film e dei ruoli. Mi reputo molto fortunato nell'averli potuti dirigere". Dario Argento è raggiante. Racconta alla stampa la sua ultima fatica, "Il Cartaio", la nuova pellicola che sarà in tutte le sale dal 2 gennaio, distribuita da Medusa in 220 copie. Il primo film del 2004.
Al tavolo con lui siedono i 'suoi' attori: Stefania Rocca, Silvio Muccino e Claudio Santamaria. Sorridono, rilassati dal clima post-natalizio, nonostante la pioggia e il vento ferzino la capitale impietosamente dalle prime luci dell'alba.
Con "Il Cartaio" Argento ritorna ancora una volta, dopo "Non ho sonno", al giallo classico. Un folle omicida, ossessionato dal video poker, lancia una terribile sfida alla Polizia: una serie di partite da giocare online, nell'intricata e misteriosa ragnatela del Web. La posta in palio, ogni volta, è una vita umana. La Polizia, per riuscire a catturarlo, accetta. Inizia la caccia...

"Ho pensato a questo film mentre giravo "Non ho sonno". A Londra, dove mi trovavo, ho scoperto il mondo dei giocatori di video poker e sono rimasto affascinato, nonostante non ami il gioco perché non mi dà eccitazione. Sono personaggi ossessionati da questa insana passione - racconta Dario - Vivono e perdono intere fortune per amore delle carte. Da lì è nata l'idea". Questa volta, però, il Male è invisibile: viaggia attraverso l'oscurità della Rete: "Mi piace il mondo dell'informatica, l'ho studiato ed ho un buon rapporto con Internet, ma non penso assolutamente che il Male per diffondersi più velocemente abbia bisogno della Rete. Si espenderebbe comunque, troverebbe un altro modo". Tre mesi di riprese e molte scene difficili da girare, come quelle davanti al pc. "Sono state veramente strazianti - spiega l'affascinante Stefania Rocca - Intense e crudeli. Eravamo tutti lì davanti e dovevamo mostrare molte emozioni stando seduti davanti ad un computer. Non è stato facile. Poi c'è stata anche la scena finale, quella con il serial killer. Ne sono uscita piena di lividi e contusioni...". Un ruolo nuovo anche per Silvio Muccino, per la prima volta non diretto dal fratello Gabriele. "L'ho notato nel ristorante cinese dove sia io che Gabriele siamo degli habitué - racconta Argento - Lo guardavo da lontano, rischiando di essere tacciato di omosessualità. Mi piaceva la sua esuberanza, il suo modo di muoversi, anche di rispondere al cellulare. Pensavo fosse perfetto per il mio film, così una sera ho preso coraggio, mi sono avvicinato ed gliel'ho detto". "Ed io ho accettato subito - incalza Silvio - ed ho avuto anche la possibilità di scrivere la mia parte insieme a Dario, una cosa eccezionalmente bella. Ho avuto paura durante il doppiaggio della pellicola, che è stata girata in inglese. Non l'avevo mai fatto".

La fotografia è estremamente realistica, curata da Benoit Debie, "maestro del cinema Dogma", come spiega ampiamente Dario: "Volevo girare con la luce naturale quindi gli ho chiesto di lavorare con me. Lui ha accettato ed ha capito subito la mia idea, anche se mi ha chiesto: 'Sei proprio sicuro di volere questo?. Gli ho risposto di si ed è stato bellissimo. Le uniche luci costruite sono quelle dei sei lampioni finti che ci siamo portati in giro per filmare le scene in notturna nei vicoli bui di Roma. Abbiamo fatto quasi un lavoro 'comunale'...!". Arricchito dagli effetti speciali di Sergio Stivaletti e dalle musiche di Claudio Simonetti, "Il Cartaio " aspetta al cinema tutti gli amanti del brivido, anche se, secondo Dario Argento, i critici cinematografici mettono molta più paura dei serial killer, almeno di quelli 'da set'...

Foto: Annamaria Capozzi © Gossip.it