Colin Firth a Roma presenta ‘La ragazza con l’orecchino di perla’

La storia delicata, romantica e toccante di un ritratto e di chi l’ha dipinto. Si sa pochissimo della vita del pittore fiammingo Johannes Vermeer, ma il racconto del suo quadro più celebre, “Fanciulla con turbante”, arriva sul grande schermo, grazie al regista esordiente Peter Webber e al romanzo della scrittrice Tracy Chevalier, best seller con oltre 2 milioni di copie vendute, da cui è stata tratta la sceneggiatura.

“La ragazza con l’orecchino di perla”, candidato a tre premi Oscar (Fotografia, costumi e scenografia), uscirà stasera in tutte le sale italiane distribuito da Mikado. Colin Firth ("Il diario di Bridget Jones”), protagonista della pellicola insieme a Scarlett Johansson (“Lost in Translation”), ieri a Roma insieme al regista, ha raccontato il suo film. ''E' stato molto più istruttivo di qualsiasi lezione di pittura – spiega l’attore - Per prepararmi ad affrontare il ruolo non ho seguito corsi, ma ho studiato a lungo le opere di Vermeer. Mi affascinava tenere in mano il pennello, giocare con i colori, ma mi premeva di più riuscire a cogliere il particolare rapporto che Vermeer aveva con la luce, il modo in cui riusciva a catturarla e a trasferirla sulla tela. Volevo che attraverso me il pubblico imparasse a conoscere questo personaggio ancora avvolto in una fitta aura di mistero''.

''Il romanzo ha un forte impatto visivo, questo ci ha aiutato molto – dice Webber - ma se fossi stato consapevole di quanto profondamente ha coinvolto chi l'ha letto, probabilmente non mi sarei assunto la responsabilità di farne un film. Tuttavia, sono sicuro di aver rispettato in pieno lo spirito del libro. Inoltre abbiamo cercato di evitare di cadere nei soliti cliché dei tanti film sulla vita di pittori celebri. Siamo stati aiutati dalle poche informazioni disponibili sulla vita di Vermeer. Non sarebbe stata la stessa cosa fare un film su Picasso o Van Gogh''.
Atmosfere stupende e ambientazioni da togliere il fiato, ne il successo de “La ragazza con l’orecchino di perla” è stato sicuramente prezioso e indispensabile l’apporto dello scenografo Ben van Os e del direttore della fotografia Eduardo Serra. Spiega Webber: ''Ci hanno letteralmente trasportato nel mondo seicentesco di Vermeer e per farlo si sono serviti degli stessi mezzi tecnici che avrebbero usato trent'anni fa. Il loro lavoro può essere paragonato a una vera e propria opera d'arte e le loro candidature sono più che meritate. Eduardo ha letto insieme a me molti libri di storia dell’arte e parlato con degli studenti, tutto questo gli è bastato per fare un lavoro fantastico. E’ un vero e proprio mago''. Riguardo alla mancate nomination agli Oscar degli attori protagonisti dice: “Sono stati bravissimi. Hanno adottato una recitazione sottile e pacata, quella che serviva per la storia, ma questo tipo d’interpretazione non paga come quella sopra le righe, fatta di eccessi, che spesso l’Academy premia”.

Ultima domanda per Firth. Curiosità e attesa per il sequel de “Il diario di Bridget Jones”, nel quale sarà ancora una volta protagonista al fianco di Renée Zellweger: “Sarà un adattamento molto libero del romanzo, vedrete”.

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