E' subito tornato guascone. I suoi fan, tanti, lo adorano così. Ma sul social c'è anche chi invita gli agenti a "buttare le chiavi" di quella cella in cui dovrà essere rinchiuso per più di sette anni. Fabrizio Corona ha fatto sapere di non essere affranto, impaurito e in lacrime. Anzi, avrebbe detto: "Non ho mai pianto, querelo chi lo dice". Braccato dalla polizia, dopo essersi dato alla fuga venerdì scorso, si sarebbe consegnato spontaneamente in Portogallo. Ma, con gli investigatori ormai alle costole, non poteva fare altro.
Nella capitale del Nord era riuscito a eludere la sorveglianza della polizia sgattaiolando fuori dall'uscita secondaria della palestra in centro dove si allena da tempo, prima che la Cassazione confermasse la pena di 5 anni di reclusione per aver estorto 25mila euro al calciatore juventino David Trezeguet. Salito su una Fiar 500 di una ignara collaboratrice, con il suo autista si era diretto a Carpi, per un appuntamento in azienda. Lì ha saputo che il carcere era certo. Tornando verso Milano ha deciso per la fuga. Trentamila euro in tasca e la voglia di scappare in Portogallo, per farsi aiutare da una ricca famiglia del posto. Corona, a suo tempo, ha aiutato il loro figlio, giusto contraccambiare.
Cambiamento di rotta verso Ventimiglia, per espatriare dal Col di Tenda. Una nevicata li ha bloccati e ci sono volute quattro ore prima che gli spazzaneve rendessero di nuovo possibile il loro cammino. Sabato pomeriggio sono arrivati a Narbonne. Fabrizio ha salutato l'amico fidato ed ha proseguito da solo. L'uomo, tornato a Milano in treno, ha trovato gli agenti ad attenderlo pronti a interrogarlo. L'ex re dei paparazzi, invece, si è diretto a Cascais, 30 chilometri da Lisbona. Lì vivono i Carvalho. Ma gli investigatori già sapevano, grazie pure all'antifurto satellitare che la 500 monta. Due erano sul posto: insieme ai colleghi portoghesi a Jardin de Parade fermano il rampollo 22enne, lo accompagnano a casa e, davanti la mamma, gli spiegano che vogliono Fabrizio Corona. I Carvalho, dietro consiglio di un amico influente, convincono il ragazzo a parlare con Fabrizio. Durante la notte Corona ha deciso di lascire una loro casa vicino Sintra dove si era rifugiato. Ferma l'auto e, telefonando da una cabina, annuncia al suo sito di volersi costituire. Poi chiama da un commissariato il suo avvocato Nadia Alecci: "La sentenza di Torino è ingiusta. Mi costituisco perché temo per la mia vita nelle carceri italiane". In tasca non ha più un euro. E, se pur per qualche istante crolla, poi si pente. Abbandonare il suo personaggio gli costa troppo, vittima di se stesso. Scarface de' noantri.
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