Maradona ha vinto la sua battaglia con il Fisco

Il fisco italiano voleva 40 milioni di euro. Ma Diego Armando Maradona,però, ha vinto la sua battaglia e "Ora può tornare in Italia da uomo libero", come riporta l'avvocato Angelo Pisani. Il legale ha assistito il pibe de oro insieme al collega Angelo Scala.

L'avvocato ha riferito che la Commissione tributaria Centrale ha confermato la nullità, anche per Maradona, degli accertamenti fiscali eseguiti sul finire degli Anni '80 a carico della Società Sportiva Calcio Napoli e dei suoi tesserati stranieri per compensi pagati a società estere e per lo sfruttamento dei diritti di immagine. La Commissione Tributaria ha evidenziato l'estinzione per condono dei giudizi fiscali a carico del Napoli e, di conseguenza, a carico del Pibe de oro: "Maradona - ha detto l'avvocato Pisani - è finalmente libero dall'incubo del fisco e dalle strumentalizzazioni a suo carico e ha dato mandato di agire in giudizio nei confronti dell'Agenzia delle Entrate e dell'Agente di riscossione per chiedere il risarcimento dei danni personali, all'immagine, patrimoniale e da perdita di chance subiti in questi anni di persecuzione con cartelle pazze: risarcimento per una somma quanto meno equivalente alla stessa pretesa ingiustamente addebitatagli, e cioè 40 milioni di euro".

Arriva però una nota dell'Aganzia delle Entrate che smentisce quanto affermato dai legali dell'ex calciatore: "La Commissione tributaria centrale non ha annullato, né dichiarato estinto, né modificato il debito che il signor Diego Armando Maradona ha con l’erario italiano". L’Agenzia evidenzia che "al contrario la Commissione ha rigettato la richiesta di intervento adesivo dipendente avanzata dal calciatore Maradona nel giudizio in questione, rispetto al quale lo stesso Maradona era estrane". "Si ricorda altresì che il debito tributario del sig. Maradona è stato ormai confermato da innumerevoli sentenze della giustizia tributaria, a partire dalla sentenza della Ctp (Commissione tributaria provinciale) di Napoli n. 786/2001, confermata in appello dalla sentenza della Ctr (Commissione tributaria regionale) Campana 1091/2002 e quindi dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 3231/2005, per arrivare alla sentenza della Ctp di Napoli n. 321/17/2012, con la quale è stato respinto il recente ricorso del sig. Maradona diretto a rimettere in discussione il giudicato già formatosi in riferimento al suo debito con lo Stato italiano. Assai di recente è poi dovuta tornare sulla questione la stessa Ctp di Napoli con la sentenza 7/21/2013 che ha dichiarato inammissibile un’ultima iniziativa del sig. Maradona, condannandolo alla refusione delle spese di giudizio in favore dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia Sud". Nella nota si legge inoltre: "In merito alla reiterata diffusione di notizie inesatte e di fatti che non rispecchiano la posizione dell’Agenzia, né la situazione in cui versa il sig. Maradona rispetto ai suoi obblighi verso la medesima e verso lo Stato italiano l’Agenzia valuterà la sussistenza dei presupposti per avviare azioni legali, anche in sede civile, a tutela della propria immagine".