Matteo Berrettini 'accusato' di essere distratto da Melissa Satta, la replica: ''L'amore non è una colpa''

  • Fuori al primo turno a Indian Wells, lo accusano di perdere per il legame con la 37enne
  • Lo sportivo 26enne replica e dice basta alle illazioni: nessuna crisi
  • L’ex numero 6 del mondo è precipitato nel ranking ATP al 23esimo posto

Matteo Berrettini dice basta a chi l’accusa di essere distratto dal legame con Melissa Satta. Il tennista, fuori al primo turno da Indian Wells, non vuole sentire processi a suo carico L’amore non è una colpa, sottolinea a La Repubblica.

Matteo Berrettini 'accusato' di essere distratto da Melissa Satta, la replica: ''L'amore non è una colpa''

Il finalista di Wimbledon non sta vivendo un bel periodo con la racchetta in mano: l’ex numero 6 del mondo è precipitato nel ranking ATP al 23esimo posto. Insultato anche sui social ribatte: “La stagione è lunga e presto tornerò al meglio”.

“Più diventi esposto, neanche famoso, e più diventi bersaglio di attacchi, soprattutto se le cose non vanno come vorresti, o come la gente vorrebbe. Personalmente non ho alcun dubbio rispetto a quello che sto facendo. Non sento di aver preso una strada diversa dal tennis. Sono lo stesso ragazzo di sempre”, chiarisce il 26enne.

Fuori al primo turno a Indian Wells, lo accusano di perdere per il legame con la 37enne

Sugli attacchi per il legame appena nato con l’ex velina 37enne Berrettini chiarisce: Melissa e io ci siamo trovati. Ma stiamo parlando di un fatto privato, molto positivo e di cui sono felice.  Non è una colpa se siamo seguiti e ci fanno le foto. Sto vivendo una relazione sentimentale come tutti gli altri ragazzi della mia età. Normale, e anche qui mi spiace che una cosa talmente positiva, che è un sentimento poi, venga girata come una distrazione professionale. L’amore non è una colpa. Al di là degli haters mi spiace per quelli che di tennis ne sanno: non sono critiche costruttive e non ne capisco le ragioni”.

Matteo poi aggiunge: “Non è che si sale sempre in termini di prestazioni. Siamo umani: ci sono le emozioni, la stanchezza, gli incidenti. Manca un pochino di equilibrio. Capisco che ci siamo abituati al Federer-Djokovic-Nadal che hanno dominato il tennis facendo sembrare normale essere n.1 per 10 anni, invece non lo è. Mi piace lasciare questo messaggio di normalità. Mi sveglio la mattina con le stesse paure, l’ansia e gli stessi pensieri di qualsiasi altri ventisettenne, italiano e del mondo. Quindi dico: cerchiamo di giudicarci meno, io ci provo in primis”.