Adriana Volpe rompe il silenzio sui maltrattamenti dell'ex marito: ''E' stata chiamata la polizia dai suoi familiari''

  • Dopo le accuse di Roberto Parli, che attraverso il suo legale l’ha smentita, interviene sul social
  • "Ho registrato le conversazioni tra padre e figlia per proteggere Gisele"

Adriana Volpe interviene sul social a gamba tesa. Dopo le accuse dell’ex marito, che attraverso il suo legale l’ha smentita, rompe il silenzio sui maltrattamenti che avrebbe subito da Roberto Parli. In un video la conduttrice 49enne rivela: “E’ stata chiamata la polizia dai suoi familiari. Ammette di aver effettivamente registrato le conversazioni tra padre e figlia: “L’ho fatto per proteggere Gisele”. La bambina di 11 anni avuta dall'imprenditore.

Adriana Volpe rompe il silenzio sui maltrattamenti dell'ex marito: ''E' stata chiamata la polizia dai suoi familiari''

La 49enne, nella sua testimonianza in aula, nel processo a Roma che vede imputato per maltrattamenti in famiglia l’imprenditore ticinese, ha detto: “Mi insultava in tutti i modi possibili e immaginabili, anche in presenza della bambina o in mia assenza. Mi diceva ‘ti rovino, ti distruggo’”. E ancora: "Diceva che mi avrebbe ammazzato e sotterrato. Mia figlia viveva in uno stato d’ansia e anche io ho vissuto malissimo”. L’avvocato di Parli, però, parlando per bocca del suo assistito, le ha puntato il dito contro: avrebbe mentito per sostenere la richiesta di 500mila euro di risarcimento.

“E’ con indignazione per ciò che ha letto dalle svariate testate giornalistiche che Roberto Parli smentisce tutte le gravi accuse mosse dalla moglie, soprattutto quelle riguardanti la figlia che, anzi, è sempre stata da questi protetta”, ha sottolineato Laura Corbetta.

Adriana Volpe non ci sta. “E’ il mio primo e ultimo comunicato che faccio. Vi chiedo di rispettare una situazione molto delicata e grave perché è in atto un procedimento penale per maltrattamenti. Siete di fronte ad un codice rosso con una minore che oggi ha solo 11 anni. Mia figlia merita e DEVE ESSERE RISPETTATA. Ho fatto tanto per tutelare in questi anni mia figlia e la mia vita privata, NON HO MAI RILASCIATO INTERVISTE su quello che abbiamo vissuto ed oggi trovo articoli con miei virgolettati come se avessi parlato con i giornalisti. Cosa mai fatta!”, precisa la conduttrice. Per lei affrontare la vicenda apertamente è “un pugno nello stomaco”

Dopo le accuse di Roberto Parli, che attraverso il suo legale l’ha smentita, la 49enne interviene sul social

Umanamente trovo raccapricciante che si estrapolino delle miei dichiarazioni rilasciate in una aula di un tribunale. E aggiungo prima di ribattere dichiarazioni di avvocati probabilmente solo in cerca di visibilità controllate la veridicità di quello che riportate perché si tratta di una minore. SOLO CHI NON E’ IN GRADO DI DIFENDERSI NELLE AULE USA I GIORNALI! Leggo l’ultima dichiarazione dove mi si accusa così: ‘registrava le conversazioni tra il padre e la figlia’ come se fosse un’oscenità! Certo che ho registrato, e credetemi non è una cosa che si fa a cuor leggero, l’ho fatto per proteggere la mia piccola perché quando si denuncia bisogna portare le prove dei gravi maltrattamenti che vengono subiti”, continua la Volpe. 

Poi aggiunge: “Questo messaggio voglio che arrivi a tutte le donne che hanno subito violenza: non bisogna ne vergognarsi e ne pensare che sia un illecito se registrate per portare delle prove”.

Ammette di aver effettivamente registrato le conversazione tra padre e figlia: “L’ho fatto per proteggere Gisele”

Adriana prosegue: “In un anno e mezzo da marzo 2020 a settembre 2021 per la condotta violenta del mio ex marito è stata chiamata la polizia per tre volte, la prima volta sono stata costretta io dagli eventi, la seconda e la terza volta la polizia è stata chiamata dai familiari del mio ex marito. E questo credo possa far capire la gravità di quello che abbiamo vissuto. Chiedo solo di tutelare mia figlia che ripeto è una minore e rispettare le istituzioni che hanno preso provvedimenti per proteggerci da una situazione molto critica”. 

La presentatrice conclude: Basta con menzogne che sono al limite della calunnia. La verità è nelle aule dei tribunali e potrete avvalervi del buon diritto di cronaca alla sentenza. Ora vi prego RISPETTATECI CON UN DECOROSO SILENZIO”.