Il volto Rai Enrico Varriale, fino a poco tempo fa vicedirettore di Rai Sport, sarebbe indagato per stalking e lesioni all’ex compagna con cui aveva deciso di andare a convivere. Il giornalista 61enne, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, sarebbe al centro di un’inchiesta della Procura di Roma con la donna che lo accusa: “Mi ha picchiata, presa a schiaffi, sbattuta contro il muro, insultata. Mi perseguita con telefonate di notte, si apposta sotto casa, citofona alle 6 di mattina…”. Il giudice avrebbe emesso un ordine restrittivo e disposto il divieto di avvicinamento e di comunicare con l’ex. Il giornalista 61enne nega tutto: “E’ falso”.
Il gip Monica Ciancio, dopo aver indagato per un mese sulla faccenda, avrebbe disposto nei confronti di Varriale la misura cautelare del “divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla persona offesa”, non gli sarebbe permesso “comunicare con lei” neppure “per interposta persona”, dovrebbe inoltre “allontanarsi immediatamente in caso di incontro fortuito, riponendosi a 300 metri di distanza”.
Per il gip, come riporta il quotidiano, “le condotte poste in essere dal Varriale danno conto di una personalità aggressiva e prevaricatoria, evidentemente incapace di autocontrollo”. Secondo il giornale, il rapporto tra Varriale e la ex compagna, una giovane imprenditrice, nato circa un anno fa, sembrava andare benissimo. La donna si sarebbe trasferita dalle Marche a Roma in una casa da single: in previsione ci sarebbe stata la convivenza. Tutto, però, sarebbe precipitato quindici giorni dopo la vittoria dell’Italia contro l’Inghilterra all’Europeo.
Il giornalista avrebbe avuto continui scatti d’ira. Sarebbe stato “sotto stress per almeno tre fattori: la rinuncia obbligata di Varriale alla ‘vetrina’ delle telecronache delle partite degli azzurri, in quanto entrato in contatto con un positivo al Covid; il procedimento disciplinare a suo carico per non aver rispettato la quarantena; e, infine, la mancata conferma come vicedirettore di Rai-Sport”.
Le tensioni sarebbero esplose definitivamente il 6 agosto. Varriale “durante un alterco per motivi di gelosia, la sbatteva violentemente al muro, scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole dei calci e, mentre la parte offesa cercava di rientrare in possesso del cellulare che le aveva sottratto, le afferrava il collo con una mano, cagionandole lesioni”.
La donna avrebbe deciso “di troncare la relazione e ogni forma di comunicazione” e si sarebbe diretta al pronto soccorso del Policlinico Gemelli. Agli atti dell’indagine ci sarebbero due testimonianze di persone vicine a lei: “Era talmente spaventata da spegnere le luci per evitare che lui si avvedesse che era in casa”. Il referto dei medici reciterebbe: “Ferita lacero contusa al braccio sinistro, ecchimosi alla mano sinistra, tumefazione del gomito destro con dolenzia alla mobilizzazione attiva, abrasioni alla base del collo e sul ginocchio sinistro, guaribili in cinque giorni”.
A portare l’ex compagna negli uffici delle Forze dell’Ordine il 14 settembre sarebbe stata la successiva insistenza di lui, che l’avrebbe stalkerizzata con appostamenti e insulti.
“Non ho mai stalkerizzato nessuno e chi afferma questo ne risponderà in tutte le sedi. È una dolorosa vicenda personale che avrei preferito rimanesse tale - replica Varriale - Purtroppo però mi sono state rivolte, e rese pubbliche, accuse del tutto false. Sono sicuro che riuscirò a dimostrare la loro infondatezza facilmente e in tempi brevi”. Nell’ordinanza della giudice Ciancio, che sempre secondo il Corriere della Sera sarebbe stata notificata il 27 settembre al commissariato Ponte Milvio, l’accusa di atti persecutori sarebbe motivata con “condotte reiterate” di molestia e minacce, a causa delle quali la donna avrebbe “un grave stato di ansia e paura, attacchi di panico, fatica nella respirazione e tachicardia, tali da immobilizzarla e un fondato timore per la propria incolumità, costringendola ad alterare le abitudini di vita”.