- Il giudice ha disposto anche un risarcimento di seimila euro al cantante 57enne
- La legale della donna, dopo la sentenza, pronta a dare battaglia in appello
L’ex compagna di Alex Britti, accusata di interferenze illecite nella vita privata del cantante, che spiava a casa con una telecamera istallata, è stata condannata a una pena di 6 mesi. Il giudice ha emesso la sentenza in primo grado e ha disposto anche un risarcimento di seimila euro in favore del cantante 57enne.

Alex vince il primo round nel procedimento penale che lo vede parte civile, rappresentato dagli avvocati Gianluca Tognozzi e Alessia Casinelli. L’ex compagna, strando all’accusa, nel maggio 2022 “tramite apparecchio di videoregistrazione, dotato di scheda di memoria e collegamento internet per essere controllato da remoto, illecitamente si procurava notizie e immagini attinenti alla vita privata di Britti” direttamente dall’interno della sua abitazione. Così riporta l’Adnkronos.
Il difensore di Nicole Pravadelli, l’avvocato Luisa De Martino, non ci sta e promette battaglia in appello. “Allo stato non si condivide il dispositivo emesso. Non lo si considera giusto. Ci si riserva ogni valutazione in merito alla proposizione dell'appello, una volta depositati i motivi della sentenza”, fa sapere.
“Come già indicato in precedenti lettere di rettifica/replica, inviate a varie testate giornalistiche, la mia assistita precisa di non aver mai chiesto l'affido esclusivo del figlio minore, (che è stato invece avanzato dal papà nel procedimento civile di secondo grado, non accolto dalla Corte di Appello). E che la vicenda penale in questione trae semplicemente origine dalla querela presentata dal papà di suo figlio”, aggiunge. Parla di Edoardo, il figlio della coppia nato quando Britti aveva 49 anni.
“Al di là di queste precisazioni doverose, si chiede, ancora una volta, di tutelare la privacy della mia assistita. E in primis del figlio minore, evitando che si continui a 'trattare' tale vicenda sui giornali. Ma che venga affrontata solo nelle sedi legali opportune", sottolinea la penalista. "Nello specifico" Alex Britti nel corso del procedimento civile di II grado "ha chiesto - conclude l'avvocato Luisa De Martino - la valutazione del miglior regime di affido del figlio, che in quel momento era ed è rimasto condiviso, e collocamento prevalente presso lo stesso".



















