Luca Tommassini nella lunga intervista rilasciata a Vanity Fair nel numero in edicola si lascia andare a confessioni bisex. Non sono molti quelli che ricorderanno la sua storia nel 1991 con Heather Parisi, eppure per il ballerino, oggi coautore, direttore artistico e coreografo a X Factor, per quasi tutti dichiaratamente omosessuale, quella con la showgirl non è stata l'unica storia con una donna e nemmeno l'ultima.
Alla domanda se la storia con Heather Parisi ai tempi in cui ballavano insieme sia stata l'ultima con una donna, Luca Tommassini, dichiarandosi quindi implicitamente bisex, risponde: "No e spero che non lo sarà. Quando dico della Parisi tutti si stupiscono, “non era frocio?”, ma io della mia sessualità ho sempre fatto che caz*o volevo: state tranquilli che all’orgasmo ci arrivo, e pure bene!".
Uno stile unico, una carriera immensa dietro le spalle e un'inaspettata confessione bisex: Heather Parisi non è stata l'unica e neppure l'ultima donna della sua vita. Luca Tommassini è un'artista fuori dal comune, ora anche scrittore: sta per uscire il suo primo libro, Fattore T, edito da Mondadori.
Ha deciso di scrivere un libro per aiutare qualcuno ad avere i suoi stessi sogni e risultati. "Sono cresciuto in una famiglia “no soldi”, in uno di quei quartieri dove non puoi nemmeno sognare: io e mia sorella dormivamo insieme sul divano, non ho mai avuto la cameretta ma nemmeno il letto. Da piccolo sono andato da mia madre e ho detto: “Te la compro io la casa”. Coi primi soldi ho mantenuto la promessa", racconta. Ha avuto un padre violento: "Ha avuto più amanti lui di qualsiasi latin lover dei film. Quando avevo 11 anni ci ha lasciati per la sua amante, nella miseria più totale. Mia madre andava a fare le pulizie, io ho imparato a cucinare da solo. A tavola non si sedeva mai e, quando lo faceva, mia madre finiva all’ospedale. A me una sera è arrivato un posacenere in testa, però le mani addosso non me le ha messe mai. E questa cosa fa ancora più schifo: non mi toccava perché ero maschio, mentre mia sorella la picchiava davanti a me. Io dormivo accanto a mamma che c’aveva paura". Con lui si è riappacificato: "Poco prima che morisse, di infarto, nel ’92. Io ero appena rientrato dagli Stati Uniti, dopo un tour mondiale con Withney Houston in cui avevo fatto un’esperienza molto forte con le droghe. Ha ammesso le sue colpe. Lui non aveva mai accettato la mia scelta di fare il ballerino: era meccanico, credeva nel machismo più estremo. Vivevamo una zona in cui mi urlavano dietro “frocio” perché c’avevo il gilet, mio padre si vergognava. Mi dava persino dei soldi ogni volta che riuscivo a evitare la s moscia. Per questo da piccolo non parlavo più".
E' cresciuto, ha imparato ad andare avanti e vincere le sue paure. E' diventato grande. Oggi Luca si circonda di chi è schietto: "Chi mi fa più bene è chi ha il coraggio di dirmi anche cose brutte. Con gli amici mi sono inventato un gioco che consiste nel dirsi la cosa più tremenda che si pensa dell’altro. Pochi hanno coraggio, mentre io comincio a vomitare di tutto. Ecco perché son finito a farmi i selfie da solo".
Luca Tommassini fa della sua ironia un'arma vincente. E su Aurora Ranazzotti al Daily di X Factor 9 dice: "Io ed Eros abbiamo lavorato insieme in tour tutta l’estate e della figlia non abbiamo mai discusso. Eros non ha mai approfittato della nostra amicizia. Quando ho incontrato Aurora le ho detto “sono felice che fai parte del nostro cast, adesso inizieremo a lavorare insieme”. Certo: è stata presa anche perché porta quel cognome, però adesso si deve fare il cu*o".