- L’opinionista di Uomini e Donne 56enne racconta la storia con lui nel suo libro, “Piume di struzzo”
- “Quando ho iniziato quella frequentazione ho anche ricevuto critiche da parte delle mie amiche”
Tina Cipollari si mette a nudo. Parla della sua infanzia a Viterbo, in una casa “brutta” della quale di vergognava. Era povera, aveva tanti sogni e un grande amore, per Antonio. Racconta la storia con lui nel suo libro in uscita, “Piume di struzzo”, edito da Mondadori. A Chi l’opinionista di Uomini e Donne confida: “Era divorziato con figli, molto più grande di me e ricchissimo”.
“Antonio è stato l’unico mio grande amore. Quest’uomo l’ho amato più della mia vita, mi ha fatto da fidanzato, da padre, da amico, è stato tutto quello che desideravo in un uomo. E quando ho iniziato quella frequentazione ho anche ricevuto critiche da parte delle mie amiche, dicevano che era troppo grande per me. E poi era divorziato, aveva dei figli…”, svela Tina.
“Io ho seguito il mio cuore e ho fatto bene - continua la Cipollari - Non ho mai notato la differenza d’età. Era molto ricco, d’accordo, ma si era fatto da solo, aveva dei valori, aveva viaggiato, aveva costruito la sua vita. Mi ha insegnato tanto, mi ha cambiato l’esistenza. Inizialmente ero una ragazza chiusa, la mia infanzia dura forse pesava anche sul rapporto con gli uomini. Oggi che non c’è più penso: ‘Chissà se lui era veramente innamorato di me o si era preso a cuore la mia persona’. Antonio aveva queste premure, queste attenzioni che non ho più ritrovato in un altro uomo”.
Quando si sono lasciati Tina Cipollari ha sofferto. Lui, che ora purtroppo è deceduto, le ha detto: “Con te perdo un pezzo di me”. “Aveva questa tenerezza nei miei confronti... Ero molto diversa dalle altre donne: io, vede, sono sempre stata diversa, con lui mi sono catapultata in un altro mondo fatto di cose belle che avevo sempre desiderato nella mia vita. Non era la ricchezza, piuttosto parlerei di etica dell’estetica, di voglia di godere di ciò che è bello”, dice Tina. La 56enne chiarisce ulteriormente: “Da bambina avevo questa camera tremenda, l’armadio da film horror, questa casa brutta, mi vergognavo a dire: ‘Abito là’. Allora sognavo e pensavo a un altro armadio, a un pavimento bello, a grandi finestre... Tutti i giorni la stessa storia”.
Tina ora riesce a parlare di questo e di un passato doloroso fatto di fatica: per anni non c’è riuscita. Scrivere è stato difficile ma “terapeutico” , è contenta di averlo fatto.